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Le 9 principali cause di perdita di Pagerank


perdita di pagerank

Anche se il nostro posizionamento nei motori di ricerca sembra dipendere sempre meno dal pagerank del nostro blog e sempre più dalla qualità dei nostri contenuti, il pagerank rimane sempre un “giudizio” espresso da Google nei nostri confronti, costruito col tempo, e vederlo scendere dopo un aggiornamento, a parte il disappunto personale, può essere indice di problemi nel nostro sito che alla lunga potrebbero danneggiare il suo posizionamento anche nei risultati dei motori di ricerca.

Come richiesto in vari commenti, riassumo quali sono le principali cause note di penalizzazione da parte di Google per cercare di evitarle o porvi rimedio.

Cambio di dominio, come viene influenzato il pagerank?

Sono passati 7 mesi (dai primi di agosto dell’anno scorso) da quando ho deciso di passare a un dominio personalizzato per il blog, lasciando un indirizzo con pagerank 5 e molto amato dai motori di ricerca. Il tempo trascorso è sufficiente per fare un’analisi di come sono andate le cose, utile a chi sta pensando di fare lo stesso passo.

trasferimento dominio e pagerank

Le 3 regole d’oro da seguire per scrivere titoli efficaci per i motori di ricerca

seo

Tra i tanti fattori che incidono sul posizionamento nei risultati dei motori di ricerca, l’elemento che ha peso maggiore è il titolo della pagina web, che nel caso di un blog significa il titolo dell’articolo. D’altra parte, basta ragionarci sopra per capirlo, se scriviamo “fare in casa quelle cose zuccherine solide che si sciolgono lentamente in bocca”, e qualcuno cerca “fare le caramelle in casa” mica ci trova. Ma per vincerla sul web non basta la logica, serve anche la tecnica e saper usare gli strumenti giusti.

Se vivete di pane e Google, ecco le tre regole d’oro, assolutamente fondamentali, da seguire nella scelta di un titolo per ottenere posizionamenti migliori nei motori di ricerca.

Google aggiorna il suo algoritmo e si mietono già le prime vittime innocenti

Nelle ultime settimane Google ha aggiornato l’algoritmo di restituzione dei risultati del suo motore di ricerca ma solo qualche giorno fa è stata fatta una dichiarazione ufficiale che mette in evidenza le modifiche apportate e il loro impatto. E’ un’operazione che viene fatta periodicamente ma a quanto pare questa volta i cambiamenti avranno una ripercussione maggiore del passato, e come sempre quando Google mette mano al suo motore non mancano siti depenalizzati, a mio parere, in modo ingiustificato.

Crollo delle visite

Cos’è la frequenza di rimbalzo e 7 strategie per dimuirla

Chi utilizza strumenti avanzati (come Google Analytics) per tenere traccia delle statistiche del proprio blog, non dovrebbe trascurare l’andamento della frequenza di rimbalzo (bounce rate, in inglese):

image

La frequenza di rimbalzo esprime in percentuale la tendenza dei visitatori di un sito di lasciarlo subito dopo aver visto una sola pagina. Praticamente il visitatore arriva e rimbalza via da un’altra parte. Questo parametro è importante perchè ci permette di capire l’attitudine del nostro blog ad incuriosire il lettore e magari a fidelizzarlo. Specialmente per chi cerca di monetizzare i proprio contenuti tramite AdSense o programmi di affiliazione, riuscire a tenere quanto più possibile il visitatore nel proprio sito farà aumentare la probabilità che noti e faccia click su un annuncio pubblicitario.

Chiaramente la frequenza di rimbalzo è molto influenzata dalla tipologia di sito: se leggo un giornale online sicuramente approfondirò tutte le notizie del giorno (frequenza di rimbalzo bassa), se leggo un elenco telefonico avrò saputo subito tutto quello che mi interessa (frequenza di rimbalzo alta).

Ci sono tuttavia piccoli accorgimenti di cui tenere conto in fase di creazione dei contenuti e della struttura del sito che possono aiutarci ad invogliare il lettore a trattenersi un po’ di più.

.Net, .Com, .Org, .It, .Biz, .Info… Quale dominio scegliere?

Tra commenti, mail e chiacchierate mi è stato chiesto più volte se ci sia differenza tra i vari domini di primo livello (le ultime lettere che vedete in un indirizzo web: .NET, .IT, .COM e così via…) e se in qualche modo influenza il modo in cui i motori di ricerca “accolgono” il nostro blog.

La prima a pormi questa domanda è stata mia moglie. Quando gli ho chiesto cosa preferiva tra .ORG o .NET mi ha risposto “quale dei due ti garantisce maggiore visibilità?”. Ecco, mia moglie e l’informatica sono un po’ il diavolo e l’acqua santa, quindi potete immaginare la mia espressione nel sentirmi fare una domanda di questo tipo. Per non sbagliare, l’ho sfiorata di nascosto con una croce d’argento, per vedere se si scioglieva urlando. Non è accaduto.

A parte le mie vicende personali, la domanda è lecita perchè una volta fatta la pubblicazione su un dominio personalizzato avrete già sborsato dei soldi e quindi vorrete essere sicuri di non sbagliare.

Scelta dominio

Dominio personalizzato per il blog: cambia qualcosa per un motore di ricerca?

dominio personalizzatoAll’annuncio dell’acquisto di un dominio personalizzato per Creare blog la domanda è nata spontanea: perchè l’ho fatto? Quali sono i vantaggi di avere un dominio personalizzato per il proprio blog?

Aldilà dei miei personali motivi, sebbene la risposta potrebbe essere semplicemente “per questione d’immagine”, i punti da prendere in considerazione sono tanti e prima di tutto, come sempre quando si parla di web, bisogna fare i conti con il grande fratello di Internet: Google e il suo motore di ricerca.

Facciamo quindi innanzitutto un’analisi per capire se i motori di ricerca hanno atteggiamenti diversi nei confronti di un dominio di secondo o terzo livello.

Social network a cui segnalare i post: meglio pochi ma buoni

Il passaparola è un potente strumento per accrescere la popolarità di un blog, specie per quelli non strettamente legati all’utilizzo di parole chiave particolarmente cercate. Prendiamo per esempio il blog di Beppe Grillo: a me è capitato di visitarlo ma certo non perché mi sia svegliato una mattina e abbia cercato “Beppe Grillo” su Google. Tra l’altro non mi è mai capitato di trovarlo tra i risultati di ricerca neanche cercando temi di attualità. E’ solo il passaparola che l’ha reso uno dei siti in assoluto più visitati in Italia.

Un altro esempio meno popolare ma che rende perfettamente l’idea è l’articolo di Alberto Falossi sulla pubblicazione online delle dichiarazioni dei redditi degli italiani, che grazie al passaparola ha ricevuto oltre 100.000 visite in due giorni. Leggetelo perché potrebbe esservi di ispirazione.

I social network possono svolgere un ruolo chiave in questo meccanismo: anche un singolo articolo di qualità può innescare una reazione a catena e aumentare la popolarità di un blog. Per questo più volte ho fornito vari strumenti per permettere ai miei e ai vostri lettori di condividere i post in rete.

Anche in questo caso, dopo diverse prove, le prove su strada mi hanno fatto capire che la qualità conta molto più della quantità.

Social network

Quanto e come viene danneggiato il traffico di un blog non aggiornato?

image La mia recente assenza mi ha offerto l’occasione per analizzare come il traffico e la popolarità di un blog vengano danneggiati da un mancato aggiornamento dei contenuti. Chi si sforza di tenere il proprio blog aggiornato e vive di pane e statistiche si pone il problema e non a caso è stato sollevato proprio negli ultimi commenti. Bene, eccomi a fare da ricercatore e da cavia al tempo stesso.

Per fare un’analisi prenderò il mese subito prima della pausa (marzo) e uno più avanti che già non risenta più degli ultimi strascichi di traffico dei lettori abituali (maggio) e li metterò a confronto analizzando le diverse fonti di traffico, con qualche personale considerazione del caso.

Microsoft Bing: segnalare il proprio blog, strumenti per webmaster, e considerazioni su AdSense

Penso che ormai Bing, il nuovo motore di ricerca di Microsoft, non sia più una novità per nessuno. Finora l’ho praticamente ignorato su questo blog: è un po’ la mia reazione istintiva alle brutture del mondo. Non che sia uno che nasconde la testa sotto terra, visto che la parola “passionale” è quella più spesso usata da chi mi conosce, ma quando non c’è niente da recuperare, mi limito a ignorare la cosa. Semplicemente, esercito il mio basilare diritto di consumatore.

Con un’interfaccia copiata spudoratamente da Google e un nome discutibile (non era meglio MSN, a questo punto?), l’unico bonus che hanno saputo aggiungere è stato uno sfondo alla pagina:

image

Questa si che è innovazione! Molto accogliente e soprattutto chiaro, bellissima scelta dei colori e sfondo che non fa assolutamente confondere l’utente.

Considerazioni (e ironia) personali a parte, fatto sta che questo motore di ricerca esiste, ed è il terzo più utilizzato in Italia (giusto perchè viene subito proposto da Windows appena lo installate o dai suoi vari programmi), e come autori di un blog dovrete conviverci, anche controvoglia… un po’ come l’assicurazione auto.

Ecco un piccolo vademecum su come sfruttarlo al meglio per indicizzare il nostro blog, con qualche considerazione che lo renderà un po’ più interessante a chi usa Google AdSense per monetizzare il proprio blog.

Ottimizzare le pagine più popolari per dare una spinta al traffico complessivo del blog

Nel 2004 Chris Anderson coniò il termine Long tail (cioè “Coda lunga”), usandolo per descrivere il fenomeno per il quale, in un mercato libero, possiamo distinguere una cerchia ristretta di prodotti molto venduti e di larghissimo consumo, e un’enorme fetta di prodotti poco venduti che però equivale per volume la prima o spesso la supera. Ecco un celebre grafico che riassume l’idea:

image

Semplici ma efficaci strategie per invogliare i lettori ad abbonarsi al feed del proprio blog

image Per un blog, quasi per definizione, i lettori abbonati al suo feed (e che quindi, per intenderci, vengono subito informati di quando ci sono nuovi contenuti) sono il primo indice del gradimento degli articoli pubblicati e costituiscono la sua vera “ricchezza”. Naturalmente, ci sono siti e blog che attirano molti visitatori pur avendo pochi iscritti, ma c’è una netta differenza tra un pubblico “casuale” e una vera e propria comunità creata da chi è tanto interessato da voler essere continuamente aggiornato sulle novità.

Sono sempre la qualità e il contenuto degli articoli ad attirare l’attenzione dei lettori, ma ogni cosa richiede arte e spesso bastano piccoli e veloci accorgimenti per veder crescere gli abbonati al feed del proprio blog.

Cose che ho sempre segnalato ma che ho pensato di riunire in quest’articolo in maniera più organica.

Passi da fare prima di aprire un blog per non mollare successivamente

image

Nei quasi due anni di vita di questo blog, con le centinaia di blogger che ho conosciuto, sono venuto a contatto con tantissime realtà diverse e differenti approcci al proprio blog. In particolare, questa sera voglio riflettere assieme a voi sui blogger che mollano: lanciano il blog, spesso con tanto di dominio personalizzato (quindi pagando), si impegnano, studiano, si scontrano, si entusiasmano e poi dopo un po’ mollano il blog.

Ovviamente non mi riferisco a chi viene rapito dai mille impegni quotidiani o semplicemente ha perso passione per la novità: anche a me è capitato di non scrivere in nessun blog per oltre due anni perchè non mi interessava più farlo. Mi sono dedicato ad altre cose.

Mi riferisco a quelli che mollano perchè non raggiungono determinati obiettivi che magari si erano fissati all’inizio. Vediamo insieme quelli che, secondo la mia esperienza, sono i modi giusti per approcciarsi all’apertura di un blog per evitarne la sua futura “morte”.

Riflessioni da successo di un blogger

image No tranquilli, non è un altro post in cui mi lamento delle troppe mail ricevute. Né ho un malessere realmente fisico. Questo post vuole essere una condivisione della mia esperienza per offrirvi qualche spunto di riflessione e per intavolare uno scambio di idee costruttivo per entrambi le parti.

Un anno fa questo blog aveva meno di 200 lettori, adesso ci sono oltre 1500 lettori in più. In tutto 1730 nel momento in cui scrivo. Immensamente gratificante! Ma a meno che non soffriate di manie di grandezza e/o vi crediate Elvis redivivo, potete ben immaginare come l’idea di essere letto da un numero di persone così vasto non possa lasciare indifferente nessuno.

11 tecniche efficaci per pubblicizzare il blog e attirare visitatori

Finalmente avete deciso di creare un blog e non vedete l’ora di cominciare a essere una parte integrante della blogosfera e far parte di una community a cui mostrare i vostri lavori e con cui condividere le vostre idee. Ma gli utenti che arrivano dai motori di ricerca sono pochi e fanno una toccata e fuga, e i visitatori che arrivano dal blog del vostro amico che vi ha linkato sono giusto un paio al giorno.

Non vi resta allora che rimboccarvi le maniche e cominciare a mettere in atto tutta una serie di tecniche per cominciare a far affluire nel vostro blog visitatori interessati agli argomenti che trattate. Tranquilli, non bisogna stare ore attaccati al pc, si tratta di piccole accortezze che possono richiedere anche pochi minuti al giorno ma che nel tempo daranno frutti, e che una volta diventate abitudini seguirete istintivamente.

Ho fatto una selezione di quelli che, per mia esperienza, sono gli approcci migliori, con esempi concreti. Alcuni convenzionali, ma interpretati dal mio punto di vista personale.

image

Eliminare da Blogger le pagine coi titoli duplicati dovute ai commenti

A volte in un’azienda che si occupa di informatica succedono cose strane, ve lo dice uno che ci lavora. Può capitare ad esempio che in una stanza si sviluppi un software che potrebbe entrare in conflitto con quello sviluppato in un’altra stanza. Quando l’azienda ha le dimensioni di Google, la faccenda si complica esponenzialmente.

Questo per dire che un blog su Blogger soffre di tutta una serie di problemi che ne minano la reputazione nei confronti del motore di ricerca di Google, come nel caso dei link che non funzionano.

Un problema che hanno praticamente tutti i blog è l’enorme numero di pagine con titoli duplicati, che può essere facilmente notato dando un’occhiata agli strumenti per webmaster di Google:

image

Questo succede perchè ogni commento ha un proprio link (permalink), come se fosse una pagina web indipendente ma con lo stesso titolo del post. Dal punto di vista dei motori di ricerca indica una struttura scadente del sito e un tentativo da parte nostra di attirarne troppo l’attenzione, col rischio di essere gravemente penalizzati in termini di posizione nelle ricerche (danneggiando chi ha un blog che punta soprattutto su quel traffico).

Vediamo come risolvere il problema.

Modificare il template di Blogger

Per questa modifica adotterò la tecnica esposta tempo fa su Cranked.Me, perchè la ritengo la più completa. Da Layout->Modifica HTML, selezionate “Espandi i modelli widget” e cercate la seguente porzione di codice:

<a expr:href='data:comment.url' title='comment permalink'>
<data:comment.timestamp/>
</a>

Cancellate queste righe e sostituitele con le seguenti:

<b:if cond='data:post.commentPagingRequired'>
<a expr:href='data:comment.url' title='comment permalink'> <data.comment.timestamp/> </a>
<b:else/>
<a expr:href='data:blog.url + &quot;#&quot; + data:comment.anchorName' title='comment permalink'> <data:comment.timestamp/> </a>
</b:if>

A questo punto non vi resta che salvare il template.

Cosa è cambiato?

I permalink dei commenti (sia quelli vecchi che i nuovi) verranno trasformati in bookmark all’interno della pagina (avranno insomma un esplicito riferimento all’interno del post e non una vita a parte) e col tempo Google eliminerà le pagine coi titoli duplicati (anche se quelli vecchi di mesi resteranno per sempre).

Quello che prima appariva così (notate lo ?showComment):

image

Adesso apparirà così:

image

Potrebbero passare anche delle settimane per i post meno recenti, ma di sicuro i nuovi non avranno più il problema, con un potenziale miglioramento del posizionamento delle nostre pagine nei risultati delle ricerche.

Il problema dei link che non funzionano su Blogger: come rimediare e perchè è importante farlo

image A tutti capita di inserire dei link su Blogger, nei post o nei commenti, ma può capitare che questi link non funzionino, come è successo nei commenti a questo post. Come già anticipato nelle risposte, il problema è colpa di Blogger! Per qualche strano motivo, se si inserisce un collegamento in Blogger che non inizi con:

http://

questo viene interpretato come link interno e il sistema lo fa precedere dall’indirizzo completo della cartella dove si trova il post. Così il link postato da bum bum è diventato:

http://creareblog.blogspot.com/2009/06/www.geekissimo.com

E’ stato insomma preceduto da <indirizzo blog>/<anno>/<mese>, che è lo stesso indirizzo che precede tutti gli articoli. A parte il fastidio del lettore che ci clicca per trovarsi di fronte a una pagina con un errore, questo genere di problemi pregiudica la reputazione del blog anche di fronte ai motori di ricerca.

Google e i broken link

Google utilizza diversi fattori per calcolare la reputazione e l’attinenza di una pagina e posizionarla prima di altre nei risultati delle ricerche: i link che vi puntano, quelli in uscita, la “corposità” del contenuto, la velocità di caricamento, e così via. Alcuni fattori sono più “ipotizzati” che rivelati, ma per stessa ammissione di Google tra questi assume una certa importanza anche la presenza di broken link, cioè di link corrotti che non portano a nessuna pagina.

Ho già trattato di questo argomento quando ho approfondito le varie cause che possono portare Google a snobbarvi, e non è un caso se uno dei primissimi post di questo blog parla proprio di come individuare e risolvere il problema.

Il W3C Link Checker è uno strumento utilissimo e completo, ma anche gli strumenti per webmaster di Google possono riverlarsi utili e sono più adatti per un controllo periodico.

Google Webmaster Tools e i link corrotti

Dagli strumenti per webmaster, dopo aver registrato e autenticato il proprio blog, basta accedere in Diagnostica->Errori di scansione per vedere se Google ha individuato link corrotti nelle nostre pagine:

image

Come si vede nell’immagine, nel mio caso ci sono ben 17 link corrotti (in realtà, potrebbero essere di più, ma Google col tempo “si dimentica” di quelli più vecchi, compromettendo comunque la reputazione delle pagine). Cliccandoci sopra, è possibile avere l’elenco di questi link:

image

E a destra ci sono il numero di pagine che li contengono. Cliccandoci, è possibile vedere in dettaglio quali sono queste pagine:

image

A questo punto non resta che aprire il post corrispondente, da Windows Live Writer o dall’editor online di Blogger, e modificare i link mettendo http:// davanti.

Quando Google si sarà accorto della modifica (dategli tempo), questi link corrotti non verranno più segnalati. Conviene controllare periodicamente lo “stato di salute” dei propri link, anche con una semplice occhiata agli errori di scansione degli strumenti per webmaster.

Per quanto mi riguarda, comincio subito il lavoro di pulizia!

Costruire un blog di successo: viral marketing, fidelizzazione dei lettori e motori di ricerca

Devo dire che tra i tanti tipi di blog che ci sono nella rete, mi stanno meno simpatici quelli che vorrebbero spiegare agli altri come bloggare: le tecniche per avere successo, come avere milioni di visitatori, cosa dire e come farlo, e così via. A parte qualche rara perla, è difficile trovare spunti davvero interessanti.

Non è quindi lo scopo che mi prefiggo con questo post, ma come nel precedente voglio condividere qualche mia riflessione personale. Il vantaggio di un blog come questo è quello di avermi portato a contatto con tanti blogger che si sono dati davvero da fare per creare un proprio spazio personale che si tagliasse una fetta di popolarità nella rete.

Alcuni ci sono riusciti, altri meno. La casualità riveste un ruolo importante e chi lo nega vuol dire che più degli altri ha raggiunto il successo per caso.

Tra i vari approcci per sfondare identifico sempre tre diverse strade: il viral marketing, la fidelizzazione dei lettori, e l’aggressione del web con un numero di articoli elevato e ottimizzati per i motori di ricerca. Tecniche non necessariamente mutuamente esclusive, possono essere complementari, anche se è inevitabile (nell’ottimizzazione delle risorse e del proprio tempo) concentrarsi su un aspetto piuttosto che un altro.

Il viral marketing

Avete presente il video del tizio ciccioso che cantava in playback una canzone (non ricordo nè tizio nè canzone però) accompagnandola da balletti e facce ridicole? Ecco, quello potrebbe essere un ottimo esempio di viral marketing.

Per viral marketing si intende la creazione di un contenuto che spopoli nella rete (nel caso dei blog) e che si diffonda in maniera “virale”, attirando visitatori da tutta Internet.

Ci sono blogger italiani davvero specializzati, nel loro piccolo, nella cosa. Il problema è capire quale possa essere l’argomento così di successo: ho una mia foto con la maschera di bellezza (mica scherzo eh!), magari se la pubblico su questo blog, passate il link ad amici e parenti per fargli vedere quanto può arrivare in basso un uomo, e il blog improvvisamente viene visitato da mezza Italia, finisce sul giornale (quello cartaceo) e sul telegiornale. Potrei anche candidarmi in politica a quel punto.

Un esempio esagerato, ma che rende l’idea. Gli strumenti “social” della rete si prestano benissimo a questo fenomeno, specialmente quelli come Facebook. Creare un contenuto che attira, e farlo conoscere al popolo della blogosfera, sperando che si inneschi la fiamma che propaghi la notizia dappertutto.

Altri esempi minori che spesso si rivelano efficaci sono i “regali”: ricordo tempo fa che iscrivendosi e facendo iscrivere a Wikio era possibile vincere un telefonino (credo l’iPhone), ed era facile vedere nei blog i link all’iniziativa. Un’ottima pubblicità al costo di qualche centinaia di euro. E tutto sommato ai blogger stava bene beccarsi l’iPhone solo per aver incluso del codice html nel proprio spazio.

Ma non bisogna necessariamente sborsare per creare un contenuto che attiri, basta vedere l’esempio del tizio ciccioso di cui sopra.

PRO: se si crea il contenuto che attira, la diffusione può essere molto veloce e ci si può ritrovare con migliaia di visitatori (o decine di migliaia) da un giorno all’altro.

CONTRO: finito l’effetto sorpresa, starà a voi riuscire ad invogliare i visitatori a continuare a visitare il vostro spazio. Per mia esperienza, ho visto che è davvero difficile riuscirci. Ma è anche vero che una buona percentuale continuerà a visitare il vostro spazio, magari aspettando ad infinitum qualche altra novità.

La fidelizzazione dei lettori

In un certo senso, è il percorso di questo blog. Lo scambio di mail, le richieste di aiuto e i consigli, le chattate su Facebook (tutte cose per le quali ho sempre meno tempo, purtroppo), la pubblicazione continua di contenuti di qualità (anche in questo ultimamente il lavoro mi lascia poco spazio) hanno dato un’identità a Creare blog che va oltre quella del semplice “blog con qualche spunto interessante”. Quotidianamente vedo come in un certo senso ormai questo blog sia diventato il punto di riferimento di molti blogger, e questo davvero mi riempie di orgoglio (al tempo stesso, mi fa stare male perchè c’è una montagna di mail e commenti che aspettano risposta).

La fidelizzazione dei lettori è un processo lento e basato principalmente sulla stima che si comincia a provare per l’autore del blog. Devo dire che in questo senso la rete pecca. Sono molti i blog con contenuti interessanti, più difficile è avere un punto di riferimento “umano” oltre il blog.

Il numero di iscritti al feed è un metro significativo per capire quanto un blog sia capace di “fidelizzare” i propri lettori, e in genere chi tende a questo approccio mette in campo tutte le tecniche del caso per aumentarli (potrebbe essere l’argomento di un futuro post).

Tenendo sempre in mente che la qualità e la padronanza degli argomenti trattati devono essere il perno su cui ruota tutto.

PRO: la fidelizzazione dei lettori è un processo che richiede tempo, ma che in un certo senso si auto-alimenta: tra noi lettori ci scambiamo sempre i link di blog interessanti e i cui autori siano veri punti di riferimento (come alcuni blog di cucina che sono davvero “i mostri sacri” della rete). Lo sforzo in termini di tempo inoltre può essere minore rispetto ad altri approcci, non è necessario pubblicare necessariamente un post al giorno. Mi viene in mente l’esempio di www.skelliewag.org/, blog in lingua inglese dai contenuti sempre interessanti e vero punto di riferimento per tanti blogger (anche molto più blasonati). Un altro vantaggio di questo approccio è difficilmente si perderà la propria “platea”, che anzi sarà disposta a seguirci anche su altri progetti.

CONTRO: non è sempre facile produrre articoli di ottima qualità, e non è sempre facile rapportarsi come ci si deve coi lettori. Come dicevo, il processo è lento e può richiedere anche anni. Visto che il rapporto umano diventa importante, diventa più facile avere incomprensioni coi propri lettori.

Aggredire i motori di ricerca

Dieci articoli al giorno su telefonini, film gratis, chat, youtube e tutti gli altri argomenti che interessano la massa. In un approccio di questo tipo conta moltissimo il tempo a disposizione e la propria capacità di essere ricettivi ai gusti della gente.

E’ probabilmente l’approccio che da ottimi risultati prima degli altri, anche per chi vuole monetizzare il proprio blog: in genere sono gli utenti casuali quelli che cliccano di più sugli annunci pubblicitari. A fronte di una partenza col turbo, però, a lungo andare se non ci circonda di collaboratori (ma ricordate che bisogna pagarli) può diventare molto logorante e, a differenza del punto precedente, non c’è una sorta di “punto di assestamento” ma è anzi un processo che deve necessariamente crescere in maniera esponenziale.

E’ più probabile inoltre essere “spazzati via” dalla rete da un altro blogger con più tempo (o che sia semplicemente più bravo) o dalle follie incomprensibili di Google.

PRO: si ottengono risultati (in termini di visite e di guadagni) veramente ottimi e prima di altri approcci. Se si riesce a costruire una rete di collaboratori, si riesce a restare sempre sulla cresta dell’onda.

CONTRO: richiede un enorme investimento di tempo e risorse umane, che cresce col tempo. Inoltre spesso non si costruisce credibilità attorno all’autore, anzi a volte non si sa neanche chi sia. Quando il numero di articoli proposti aumenta, è difficile restare nel reader della gente. Esempi che mi vengono in mente sono www.killerstartups.com/ o lifehacker.com/.

Inserire l’iscrizione al feed sotto i post del blog su Blogger

imageA tutti capita di fare determinati interventi nel blog con la speranza che portino benefici in termini di visite, gradimento o altro. Spesso sono tanti piccoli elementi che anonimamente concorrono al successo di un blog, così lentamente che non ci accorgiamo del beneficio. Ma a volte capita che il risultato sia immediatamente tangibile, che pensiamo, tra noi e noi, “è stata una bella idea!”.

Creare blog è cresciuto un po’ alla volta, ma ci sono state determinate cose che hanno segnato uno scatto decisivo in avanti. Quando ho inserito l’iscrizione al feed del blog sotto il post, è stato uno di quei momenti. Mentre prima gli iscritti erano mediamente uno al giorno (secondo le statistiche di Feedburner), adesso la media è di circa tre al giorno.

Imputarlo solo a questo è una forzatura, ma fu nei giorni successivi che il numero di iscritti cominciò a crescere velocemente. Sono spesso queste piccole cose a fare la differenza, come le caramelle messe davanti alla cassa del supermercato.

In effetti le strategie per aumentare i lettori iscritti al feed sono tante, e magari presto condividerò le mie esperienze personali in un post. Nel frattempo, nella speranza che fare quest’intervento porti tanta fortuna a chi lo fa, come l’ha portata a me, e per rispondere ai tantissimi che me lo hanno chiesto, spiego come inserire l’iscrizione al feed sotto al post.

Fare una copia di backup del template

Come sempre, visto che andremo a toccare il template, consiglio assolutamente di farne un backup, per poter tornare indietro se qualcosa andasse storto o non fossimo contenti del risultato. Potete trovare maggiori informazioni in questo post.

Personalizzare il codice di esempio

Per ottenere un risultato simile al mio, potete utilizzare questo codice HTML:

<br/>

<table width="95%" border="0" align="center" bgcolor="#b0c4de">
<tr>
<td bgcolor="#b0c4de"><font color="#333333">Se ti è piaciuto l'articolo, <font color="#0D6AA6"><a href="indirizzo al feed del blog">iscriviti al feed </a></font>per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog! Per maggiori informazioni sui feed, <font color="#0D6AA6"><a href="http://creareblog.blogspot.com/2008/02/cosa-sono-i-feed-rss-o-atom.html">clicca qui!</a></font></font></td>
</tr>
</table>

<br/>

Personalizzando indirizzo al feed del blog con l’indirizzo al feed del vostro blog (nel caso di Blogger, nomeblog.blogspot.com/atom.xml), il secondo link in rosso con l’indirizzo di una pagina che spieghi cos’è un feed (potete anche lasciare il mio link, o creare un vostro post), e i tre valori in verde che indicano rispettivamente:

  1. il colore di bordo del riquadro (nell’esempio, il primo #b0c4de)
  2. il colore di sfondo  del riquadro (nell’esempio, il secondo #b0c4de)
  3. il colore del testo normale (nell’esempio, #333333)
  4. il colore dei link (nell’esempio, #0D6AA6)

secondo la codifica RGB dei colori.

Le parti in blu rappresentano invece il testo che verrà visualizzato, potete cambiare anche quello, cercando però di rispettare il codice html (in nero) tra le parole.

Se volete vedere in anteprima il risultato, potete utilizzare questo comodo strumento online, che però funziona male con Internet Explorer.

Visualizzare l’iscrizione solo nei singoli post

Se come me utilizzate la visualizzazione sintetica dei post, o comunque volete visualizzare l’iscrizione al feed solo nella pagina del singolo post, dovrete racchiudere il codice precedente tra:

<b:if cond='data:blog.pageType == &quot;item&quot;'>

e

</b:if>

Inseriamo il codice nel template

Quando avrete personalizzato il codice, andate in Layout->Modifica HTML, selezionate “Espandi i modelli widget” e cercate questa riga di codice:

<p><data:post.body/></p>

E subito sotto incollate il codice. Salvate il template e visualizzate il blog. Se tutto è andato bene, subito sotto il post vedrete questo:

image

A questo punto, non vi resta che tenere gli occhi aperti sulle statistiche del feed per vedere se ci saranno cambiamenti positivi!

Accelerare il caricamento delle pagine del blog

image Uno dei principali pregi di un blog è al tempo stesso il suo peggior difetto: foto, musica, tanti articoli bene in vista, immagini glitterate, animazioni in flash o in java, lo rendono qualcosa di più di una semplice pagina web. Diventa lo specchio di noi stessi, delle nostre vite e del nostro modo di essere. Tutto questo però si paga in termini di pesantezza delle pagine.

Tutti sappiamo quanto sia importante avere un blog veloce, e lo sappiamo per il semplice fatto che noi stessi, quando navighiamo su Internet, odiamo aspettare interminabili secondi prima di cominciare a vedere qualcosa.

Anche Google ama poco le pagine che si caricano lentamente.

Sempre più spesso mi viene chiesto come fare a rendere più veloce il caricamento dei nostri blog. Mi viene chiesto così spesso che ho deciso di dedicare questo post all’argomento, focalizzandomi sugli aspetti che maggiormente (e più spesso) appesantiscono le pagine sul web. Anche se qualche nota è riferita a Blogger, le regole sono universali e valgono per qualunque blog o sito.

Innanzitutto, per renderci conto effettivamente di quanto sia pesante il blog, possiamo utilizzare uno strumento di cui ho già parlato in passato, Pingdom Tools, che tra tutti gli strumenti che ho provato del genere è quello che ritengo più completo e affidabile. Man mano che alleggeriremo il nostro blog, potremo misurarne il tempo di caricamento per vedere come vanno le cose.

Le immagini

Le immagini presenti nel blog rappresentano l’elemento di maggior pesantezza in assoluto. Per questo è importante non inserirne mai troppe. E importantissimo: mai di dimensioni enormi. Scrivendo delle guide, a me per primo viene spontaneo riempire i post di immagini. Poi col tempo ho dovuto imparare a ridimensionarmi, perchè il tempo di caricamento della pagina principale del blog stava diventando eterno.

Se utilizzate Windows Live Writer, potete dimensionare le immagini facilmente all’interno del testo e il programma, proprio per accelerare il caricamento, creerà una copia più piccola dell’immagine (che è quella che effettivamente vedremo nel post) e una più grande che verrà visualizzata cliaccandoci sopra.

Direi che due o tre immagini al massimo in un post vanno bene. Non dico di non metterne perchè, obiettivamente, un post senza immagini è come mia moglie senza sorriso (che per voi non significa niente, ma per me significa stare alla larga!)

Il numero dei post

Il numero di articoli che visualizzate nella pagina principale del blog è importante, perchè in genere più post ci sono più immagini vengono visualizzate. Con dieci post, con tre immagini in ognuno, nella pagina principale ci sono almeno trenta immagini. Già troppe. Nel caso di Blogger, il numero degli elementi visualizzati viene scelto da Layout->Elementi pagina, cliccando su Modifica nell’area Post sul blog. Nella finestra che appare, Blogger di base propone sette, consiglio di lasciare invariato questo numero:

image

Nel caso che scriviate post particolarmente lunghi, anche l’idea di mettere un solo post nella pagina principale del blog non è male. Tanto potete sempre visualizzare l’elenco degli ultimi post. La visualizzazione sintetica dei post non accelera il caricamento, perchè vengono comunque caricati anche se nascosti in parte.

Flash, Quicktime, Javascript

Vuoi per visualizzare il contatore delle visite, vuoi per la slide delle foto del cenone di capodanno, vuoi per abbellire in generale il nostro blog con animazioni varie, tendiamo spesso a inserire elementi in Flash, Quicktime o JavaScript. Più cose si muovono nel blog, più tempo ci vorrà a questo per caricarsi. Alcune cose sono indispensabili, come gli strumenti per le statistiche del blog o gli annunci AdSense per chi vuole monetizzarlo, altre meno.

Va bene mettere un calendario, ma mi è capitato di vederne anche due o tre. Il gattino che segue il mouse con gli occhi è carino, ma se mettiamo quello magari evitiamo altre cose. Se mettiamo della musica, magari non facciamola partire in automatico o inseriamola in fondo alla pagina, così viene caricata per ultima.

E’ un peccato, lo so, la vita è fatta di scelte. In genere io indico nei post che pubblico se quello di cui parlo può appesantire o meno il caricamento del blog.

CSS esterni

Questo è un consiglio riservato ai grandi smanettoni: nelle pagine del vostro blog, potendo, utilizzate CSS esterni.

I CSS ricordo che sono definizioni, contenute nel template, che definiscono lo stile e l’apparenza del nostro blog. E’ possibile metterle in un file esterno, per far si che vengano caricati solo la prima volta. Anche su Blogger è possibile farlo, come ho spiegato in questo post, anche se sconsiglio di farlo a meno che non ne abbiate effettivamente l’esigenza.

Non utilizzare troppi servizi di file hosting

Per pubblicare immagini (o magari documenti) è meglio non utilizzare troppi servizi esterni. Se usate Skydrive, Imageshack o Picasa, limitatevi a quelli. Ogni volta che durante il caricamento della pagina il browser incontra un elemento ospitato in un nuovo servizio, ne risolve l’indirizzo, cioè si mette in contatto con il server che lo ospita.

Io uso Picasa per le immagini e Skydrive in genere per il resto. Li consiglio, perchè sono entrambi senza limiti di banda.

Questo non accelererà tantissimo il caricamento delle pagine, non quanto i consigli precedenti, ma se usate molti servizi, ridurli si farà sentire.

Spostare il codice JavaScript in file esterni

Molte modifiche di cui spesso parlo, specialmente quelle come la visualizzazione degli articoli correlati, implicano l’inserimento di codice JavaScript all’interno del template di Blogger. La cosa migliore sarebbe mettere questi codici in file esterni come gli effetti natalizi di cui ho parlato tempo fa, perchè anche gli script esterni vengono caricati solo una volta.

Anche questo consiglio non è incisivo come i precedenti, ma se utilizzate molti script nel vostro blog la differenza può diventare significativa. Ovviamente anche questo è riservato particolarmente agli smanettoni esperti.

Per quanto mi riguarda, prima o poi riproporrò alcune modifiche fatte utilizzando codice esterno.

Per concludere

Ci sono molti altri punti che potrei inserire in questo elenco, ma direi che almeno il 90% di tempo di caricamento di una pagina web è dovuto ai primi tre trattati. Diminuite e rimpicciolite le immagini, diminuite i post nella pagina principale, e diminuite gli elementi decorativi animati nel blog, e noterete subito una sostanziale differenza.

Per qualsiasi chiarimento, lasciatemi un commento.