Blogger, avete il coraggio delle vostre parole?


Mettere in campo i blogger fa figo, sia da parte del governo che dell’opposizione. Per chi sta al governo (chiunque sia ovviamente) la libertà di poter dire quello che si vuole e farlo arrivare potenzialmente a tutto il mondo è molto scomodo. Per l’opposizione, i blogger diventano uno strumento per la lotta al potere per scalzare chi è al governo e prendere il suo posto. Fino all’inversione dei ruoli.

Non chiedetemi come ci sono finito, ma oggi leggevo un articolo pubblicato su Repubblica.it sulla legge bavaglio.

Io con il blogger citato non ho parlato direttamente, e partendo dal principio che non credo a quello che scrivono i giornali per partito preso (preferisco piuttosto ricredermi dopo), non è mia intenzione stare qui a polemizzare o a giudicare le sue risposte. Ma questa intervista mi ha fatto riflettere.

E’ sbagliato chiedere ai blogger di garantire un’informazione corretta?

Nel momento in cui affido le mie parole ad un mezzo che le diffonde in tutto il mondo senza alcun limite, il primo problema che mi pongo è proprio quello di fornire informazioni attendibili. A maggior ragione, se con le mie parole posso danneggiare altre persone.

Non credo assolutamente che ognuno nel web possa pubblicare quello che vuole. Ognuno può esprimere la propria opinione, ma sottolineando appunto che è una propria riflessione, e sempre nell’ambito del rispetto civile. Non posso scrivere “Tizio è un ladro”, o “Tizia fa le corna a suo marito col lattaio”, e poi pretendere che nessuno mi chieda di provare quel che affermo e/o di dimostrarlo. Non è neanche corretto scrivere “Secondo me, Tizia fa le corna a suo marito col lattaio”. Conosco gente che davvero ha dovuto nascondersi per le maldicenze messe in giro.

Io nel mio piccolo sto molto attento a quello che scrivo, anche se stessi parlando di un semplice servizio web. Io non ho mai scritto titoli-truffa come “Come ricevere 10.000 visite uniche al giorno”, a differenza di altri a cui va bene prendere in giro la gente pur di attirarne l’attenzione.

Così come non credo che il “codice deontologico di un blog siano i suoi lettori”. I lettori possono leggerti o meno, e apprezzarti o meno, ma l’etica o la correttezza non è una cosa che va per elezione di una nicchia. Se apro un blog sulla pedofilia, ovvio che se i miei lettori sono dei pervertiti riterranno i miei contenuti “deontologicamente corretti”. D’altra parte in altre nazioni d’Europa c’è pure chi ne ha fatto un partito politico.

Ma a mio avviso un blog del genere dovrebbe scomparire subito e l’autore arrestato immediatamente. Ed è così anche per la legge italiana, per fortuna. Questo è un reato forte, tutti saremmo sicuramente d’accordo che questo genere di informazione va fermata, ma vediamo il concetto di base: un blogger deve rispondere delle proprie azioni.

Io mi ritengo personalmente responsabile del contenuto dei blog in cui scrivo o ho scritto. Non lo è Google, non lo è Blogger, lo sono solo io.

Si può fare voce fuori dal coro?

Certo che si può, e si deve. Anzi, noi blogger siamo forse l’ultimo baluardo dell’informazione libera perchè, a differenza dei giornali, siamo meno piegati alle logiche del mercato. Per ora.

Ma possiamo limitarci ai fatti concreti senza giocare sulle parole fuori dal contesto e senza portare acqua al nostro mulino. Lasciamo che siano i fatti a parlare piuttosto che la nostra rabbia del momento o il nostro tornaconto. Se davvero vogliamo dare informazioni ai nostri lettori, non facciamo gli imbonitori ma diamo loro tutti i dati (oggettivi e dimostrabili) di come stanno le cose.

Qual è la vostra opinione in merito?

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27 commenti:

Anonimo ha detto...

C'è un piccolo errore di prospettiva in questo discorso: chi protesta non chiede il diritto di diffamare impunemente o essere scorretto nell'informare, ma protesta contro una leggere che stabilisce un obbligo automatico di rettifica senza che nessun giudice si sia espresso e anche se le informazioni sono vere, pena comunque una multa fino a 12.500€ senza che nessuno si sia pronunciato sulla scorrettezza o sulla caluniosita di quanto scritto.
Insomma a un tizio può anche girare l'uzzolo di chiedere una rettifica per qualcosa che è anche vero, e chiunque sarebbe obbligato a rettificare senza commenti, altrimenti rischia una sanzione. Se ti sembra sensata, non liberticida una norma del genere, io non saprei come altrimenti definirla.

Rossella - Casa Lellella ha detto...

interessante riflessione...
non tutti la pensano così, ahimé!

buona notte

iphone25 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
iphone25 ha detto...

ciao orazio ti volevo di che ho aggiunto un tuo link qui http://iphone25.blogspot.com/2010/04/blog-che-mi-linkano_27.html sto facendo quello che mi avevi detto per far aumentare il pr grazie di tutto ciao...

Gianluigi Filippelli ha detto...

Mi sono sempre sentito responsabile di ciò che ho scritto, e a maggior ragione ora che sono anche blogger scientifico. Tanto è vero che, pur denunciando la "legge bavaglio" non ho partecipato al silenzio dei blog (non ricordo nemmeno quando è stato): non aveva senso.

Unknown ha detto...

Quoto in pieno Gianluigi: credo che ognuno debba essere cosciente delle conseguenze delle proprie parole, conseguenze che sono amplificate dalla velocità con cui si propagano. Ma in uno stato che si definisca civile vanno valutate a posteriori, altrimenti è lo stato a decidere cosa è opportuno e cosa no, ed è una cosa che avviene negli stati totalitari.

totonno41 ha detto...

Io tutte queste paure non le ho. Potrei rispondere in tanti modi fumosi per dire e non dire, ma siccome bisogna prendersi le responsabilità di quello che si dice, allora io dico questo: qui non c'è nessun attentato alla libertà dei blogger così come non c'è nessun attentato alla libertà di stampa. E' solo politica, e politica sporca. Il Fabio Chiusi blogger, doppia laurea in Italia e master alla London School of Economics, non è un blogger come me, è un attivista politico di sinistra, ospitato sempre sul solito "Repubblica", giornale che ha il compito principale di inculcare, negli italiani, la convinzione che in Italia non c'è libertà di stampa, che Berlusconi - stravotato dagli italiani - deve dimettersi, e tutte le cose che stanno sotto gli occhi di tutti. Poi ognuno pensa come vuole. Fabio Chiusi fa riferimento a Fini, che è diventata la spalla della sinistra, ma non dice che Fini con le sue esternazioni esce dai suoi compiti istituzionali, ecc. ecc. ecc. Se Fabio Chiusi ha paura di essere imbavagliato, faccia pure le sue proteste insieme ai suoi compagni di cordata, ma ci lasci in pace con le sue chiacchiere, forse fra poco sarà anche lui in Parlamento e avrà ricevuto il suo premio, mentre noi restiamo nel normalissimo mondo delle persone che ascoltano e scrivono prendendosi le proprie responsabilità.
Fabio Chiusi, sul suo blog "Il Nichilista", alla fine della sua presentazione dice: "Ma lo spirito nichilista-ironico del blog farà sì che, come non fregherà un cazzo al resto del mondo di questo blog, a questo blog non fregherà un cazzo del resto del mondo".
Ecco, appunto, non ce ne frega un cazzo neanche a noi di quello che pensa e dice lui...
Scusate il disturbo.

Unknown ha detto...

Inutile che mi dilunghi...concordo al 100% con "u fissa".

Saluti

Emanuel Gavioli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Tenebrae ha detto...

@erox: è altrettanto vero che la notizia è molto strumentalizzata, per cui chi volesse informarsi davvero su quali possono essere le conseguenze del disegno di legge non saprebbe dove trovare informazioni corrette

il mio post vuole comunque allontanarsi dal contenuto della legge in sè e invitare a riflettere sul fatto che un blogger debba ritenersi responsabile o meno di quello che scrive... fermo restando che per la legge italiana già lo è

per quanto riguarda la legge bavaglio, nella sua totalità, ti dico la mia: la legge in linea di massima non è sbagliata. il problema è un altro: siamo in italia. siamo in un paese dove convivono mafia, ndragheta, camorra e stragi di stato. siamo in un paese dove i partiti "premiano" i condannati per mafia facendone i propri portavoce in senato.

siamo in un paese, insomma, dove ogni minima scappatoia è buona per schiavizzarci e sfruttarci ancora di più.

per questo non abbiamo bisogno di altri emendamenti restrittivi nei confronti del popolo.

Soffio di Dea ha detto...

ok e se qlcno rettifica un mio pensiero... ed io x 48 ore nn mi collego xchè ho mal di testa? 12500 euro xchè x 48 ore nn sono entrata qui? Non siamo una testata giornalistica... non ci aggiorniamo con periodicità... lo affermiamo tutti x tutelarci eppure loro ci trattano da tali... allora a questo punto ci stipendiassero, così almeno avremo lavoro e modo x pagare la multa :)

Tenebrae ha detto...

@u fissa: la tua stessa riflessione, in ogni suo punto, mi ha portato a scrivere questo post... ho cercato di trarne qualcosa di costruttivo per tutti, anche se non ho potuto fare a meno di salvare (dalle diverse parti che ho tagliato prima di pubblicarlo) il riferimento alla notizia originale... così che ognuno potesse ricostruire, volendo, il filo dei miei pensieri

grazie davvero del tuo intervento

Giulia ha detto...

Meno male che ci sono persone come te o come u fissa, che la pensano come me ( e lo scrivono!) perché leggo solo i post isterici "no alla legge bavaglio" di quelli che non pensano con la propria testa, ma fanno solo eco all'opposizione.
Grazie per aver scritto queste parole.

TroppoBarba ha detto...

Se scrivi che tizio che fa le corna con caio. E' la cosa non e' vera. Tizio chiama l'avvocato e finisci nei guai per diffamazione. Gia` adesso, senza leggi aggiuntive. Mi pare chiaro a cosa miri questa legge. Mettere il famoso bavaglio ai blogger.

Itsas ha detto...

non sono d'accordo

questa è una legge fatta solo per intimidire i blogger che ovviamente non poossono sopportare di essere multati fino a quelle cifre
1. non siamo organi di informzione, spesso non facciamo altro che riportare notizie di altri media semplicemente dando poi le proprie opinioni,
2.il problema è l'obbligo di rettifica dopo 48 ore, per molti di noi è quasi impossibile visto che aggiorniamo i blog saltuariamente
3. chi ci segue più o meno sa dove andiamo a parare dopo poche linee, se voglio leggere notizie positive del governo, so bene che in certi blog non vengono date e quindi non ci vado a leggerli, c'è una ovvia selezione naturale dei blog che si frequenta
4. la maggior parte dei nostri blog sono come chiacchiere al bar con i nostri amici, chiedereste ai vostri amici di rettificare quello che dicono sennò li multate?

Unknown ha detto...

È innegabile che per qualcuno questa battaglia contro la legge-bavaglio sia essenzialmente uno strumento politico, ma per la stragrande maggioranza dei blogger non è così. Come ho già detto in altre sedi, il blog per me è principalmente una valvola di sfogo, uno spazio in cui parlare delle cose che mi interessano. Se qualcuno è interessato a quello che scrivo tanto meglio, e se riesco a stimolare una riflessione costruttiva sono ancora più felice. Ma non ci guadagno niente, la mia è pura passione e voglia di dire la mia opinione, nel pieno rispetto delle altre, e gli strumenti giuridici per punire chi diffama, insulta o istiga alla violenza esistono già. Per questo motivo credo che la legge proposta abbia unicamente una finalità politica.

Rossana Malvani ha detto...

Sono pienamente d'accordo con te e con "u fissa"! Non aggiungo altro!

ZiaBoby ha detto...

Ho seguito sin dall'inizio le varie fasi del ddl e di tutto ciò che contiene. Condivido alcune sue parti come penso che alcune di esse, pur se giuste, non siano altrettanto valide in Italia che come ogni cosa, rappresenta il solito caso a parte.
Senza entrare in merito all'articolo su Repubblica e rimanendo sulla tua riflessione, devo dire di non essere totalmente d'accordo, più che altro, penso che sia un discorso troppo generale, dove manca una riflessione sulla disposizione in sé piuttosto che sul presunto scopo che essa avrebbe.
Ognuno deve essere responsabile delle sue azioni e questo include anche quello che si scrive, su questo non ci piove. Se diffami qualcuno o dici qualcosa di non veritiero su qualcuno o qualcosa, la parte dannaggiata può ricorrere a vie legali anche se il luogo è la rete. Quindi direi che l'obiettivo del ddl è già raggiunto con le leggi attuali.
Cosa che comunque trovo illogica è proprio la parte legata all'obbligo di rettifica. Non tanto per la questione "se in quelle 48 ore sono bloccato nel letto, sono all'estero, sto studiando, sono in coma,... (e con tutte le scuse che si voglia banalmente trovare) e non ho letto o ho avuto modo di attuare la rettifica, pago lo stesso i 12.500€? No, perché spero siano almeno ragionevoli da quel punto di vista. In ogni caso quello che non è chiaro sono i criteri in base ai quali una notizia sia da rettificare e quali siti effettivamente siano interessati. Sui criterdi della visibilità si potrebbe discutere per ore e non mi dispiacerebbe neppure se alla fine l'obbligo si estenda a Facebook e Twitter, dove la filosofia del "dico quello che penso" ha superato di gran lunga ogni sorta di moralità e buona educazione.
Quello che non vorrei, è che si finisca per filtrare solo alcuni tipo di notizie, esattamente come avviene con i telegiornali e le testate giornalistiche di parte. Perché nel ddl non è speficificato né come né sulla base di ché qualcosa sia da rettificare...

Riguardo invece l'articolo di Repubblica e il codice deontologico di quel blogger: sul diritto dell'essere informati, credo che agli obblighi del blogger corrisponda il dovere del lettore di informarsi ragionevolmente.
Con ciò voglio dire che non si può sperare di avere una visione obiettiva di una cosa, se comunque se ne legge solo una versione.
E una informazione non verrà neppure garantita da questo ddl, perché Il Giornale e La Repubblica continueranno a scrivere per la loro strada.

Anonimo ha detto...

Sarà ... probabilmente avrete ragione voi ma a "cose fatte" vedremo i "risultati" ...

Personalmente ritengo sia legittimo punire chi divulga false informazioni o diffama persone ma a tal proposito mi pare esistano già delle leggi o sbaglio? Quindi in tal senso il blogger o divulgatore della falsità/diffamazione dovrebbe essere ritenuto responsabile della propria azione o sbaglio?

L'obbligo di rettifica entro 48 ore onestamente non lo concepisco ... vedo che la maggior parte delle persone parlano ancora di DX o SX , di opposizione ... Mah ????????

La mia personale protesta contro questa parte della famigerata "Legge Bavaglio" va la di la di tutto questo ... qui si tratta di lasciare ad ogni LIBERO CITTADINO l'opportunità di esprimere le proprie opinioni assumendosene la responsabilità ... Se gli organi competenti non funzionano come dovrebbero , se per un processo , per giudicare giusto o sbagliato un fatto , per giusto o sbagliato giudicare un atto sono necessari lunghi periodi , spese consistenti NOI che ne possiamo ?!?!?!?!?

La soluzione mi sembra sulla linea : "Dove non siamo in grado di "risolvere" il cittandino PAGA ..."

Ripeto questa è solo la mia opinione in merito a quanto ho letto e visto in questo giorni riguardo l' argomento ...

Buona Navigazione !!! Ciao !!! :D

Mary58 ha detto...

Sono d'accordo con quanto dici ognuno deve essere responsabile per le prorie azioni e nel mondo del web tutti possono comunicare le proprie idee non è colpa dei bloggher se poi ci sono persone che non si comportano eticamente io nel mio piccolo cerco di farlo e non danneggiare nessuno anche perchè secondo mè le azioni che compi prima o poi tornano indietro come un boomerang.
Detto ciò mi complimento con te per tutti gli sforzi che fai per darci informazioni in caro saluto

Art ha detto...

E' ovvio che se uno ha un blog di cucina, o un blog dove scrive dei ca..i suoi allora della legge "bavaglio" non potrebbe fregargliene di meno! Ma chi come me ha un blog con un minimo di finalità sociale-culturale (mafia) non può accettare che qualsiasi imbecille che vuole mettergli il bastone tra le ruote abbia la possibilità di farlo come se nulla fosse! Basta compilare un modulo preformato per obbligarmi a rettificare quello che ho scritto in attesa di giudizio anche se poi risulterà vero... Questo secondo voi è giusto?
Secondo voi è giusto equiparare un blog, che nella maggior parte dei casi è gestito da semplici persone, ad una testata giornalistica che invece ha sempre a capo editori-finanziatori e prende contributi statali? Non scherziamo per favore!!!
E' normale che un giornalista, stipendiato per quello che scrive (e con le spalle ben coperte dall'editore in caso di "guai") debba avere responsabilità di un certo tipo, ma non possono essere le stesse di un blogger!!!
Posso capire che a tanti di noi la cosa non riguardi e quindi non gli interessi, ma pensare che sia una legge giusta no!
Già oggi in Italia esistono leggi contro la diffamazione, chiunque di noi è GIA' responsabile di quello che scrive! Ma i blog nascono con l'intento di esprimere opinioni (per le quali, ripeto, ognuno è responsabile), ed è una cosa ben diversa rispetto al compito dei giornalisti, che è quello di informare!! Le due cose non sono equiparabili... E' evidente che la legge nasce con l'intento di "controllare" la rete, come si può essere d'accordo? Liquidare il tutto come una faccenda solamente politica secondo me è sbagliato, qui è in gioco la libertà di tutti!

Sergio ha detto...

Mi aggiungo a quelli che appoggiano la tesi di, u fissa, ha scritto esattamente le cose che penso io. Grazie a Tenebrae per aver aperto questo spazio di discussione. Volevo però fare solo un'osservazione, finchè ci sono in giro personaggi come Grillo che per via verbale o scritta continua a insultare impunemente a desta e a manca mi spiegate dove sta la censura o il bavaglio?
Ciao a tutti

Art ha detto...

X Mirò: hai visto per caso Grillo ospite a qualche programma televisivo, o intervistato su qualche giornale? E' rimasta solo la rete per chi vuole esprimersi liberamente, per questo vogliono controllarla con questa legge... Grillo può insultare per via verbale o scritta perchè il bavaglio ancora non c'è, lo vogliono mettere infatti!!! E ci tengo a precisare che non è mia intenzione prendere le difese di Grillo, ma dico solo che che ci piaccia o no chiunque deve avere il diritto di esprimere la propria opinione (purchè non si finisca nella diffamazione), anche se con parole volgari! Se le volgarità non ti piacciono puoi benissimo fare a meno di collegarti col suo blog...

Eskimo ha detto...

Se mi permetti un'introduzione: trovo che il pulsante "mi piace" sia una delle peggiori cose inventate su internet, la premiazione dell'ozio scansapensieri di Facebook, e mi meraviglio che qualcuno si sia dato da fare per importarlo sul blog. Comunque resta una mia opinione, fallibile come tutte le opinioni.
Sull'argomento del post, mi pare che tu ti sia espresso con prudenza ed equilibrio. Non si può dire tutto ciò che si vuole o meglio si deve essere responsabili di ciò che si dice. In giro si vedevano gruppi nati per ammazzare Tizio o Caio, spesso politici, e pareva una cosa del tutto normale. Si offendono persone e idee, religioni, convinzioni o valori, si spara a zero su tutto spesso in forma anonima. Come te dico, va bene la libertà, ma chiunque fa dichiarazioni pubbliche deve essere responsabile di ciò che dice.
Naturalmente le leggi sono importanti, ma più importanti sono ancora gli uomini che le applicano: se si trovano giudici intolleranti qualsiasi legge diventa liberticida; con giudici tolleranti si eviterà l'anarchia e ci sarà la piena libertà di espressione. Distinguerei pure il giusto dissenso politico che può pure ricorrere a qualche termine forte riferito a un politico, che il qualità di personalità pubblica può e deve accettare critiche più sferzanti di quelle lecite per una persona normale. Più un personaggio è pubblico e più deve accettare la critica anche aspra. Ferma restando la condanna per la diffamazione. Ciao.

Tenebrae ha detto...

le mie perplessità maggiori sono due:
1) la legge dice che può essere richiesta la rettifica in caso in cui si pubblichino notizie false o lesive. ma per lesive cosa si intende? d'altra parte questa legge esiste da più di 60 anni per la televisione o i giornali, e nella mia vita non ho mai visto tutto questo fiume di richieste di rettifiche... quindi cosa si intende esattamente per lesivo?

chiamare nano il primo ministro è sicuramente offensivo, per lui come per il mio collega che poveretto mi arriva alla pancia... se si vuole fare lotta politica, ci si può attenere ai fatti reali e dimostrati (che contrariamente a molte paure espresse nei commenti non possono essere oggetto di richieste di rettifiche)

2) cosa si intende esattamente per rettifica? stando alle parti che dovrebbero essere revisionate della legge, sembra che il giorno dopo io debba pubblicare un post in cui chiarisco di aver pubblicato il giorno prima delle informazioni non corrette

il che cosa significa all'atto pratico? che posso scrivere qualsiasi opinione purchè il giorno dopo la rettifichi (sempre che non si attenga a fatti reali)?

ecco, preferirei che il piano della discussione si spostasse sull'esigenza di chiarimenti, piuttosto che spargere in rete il timore che ci si può trovare costretti a "rettificare cose anche vere".

non sono d'accordo che molti se ne fregano perchè la cosa non li tocca direttamente: la cosa sicuramente più preoccupante della "legge bavaglio" riguarda le intercettazioni telefoniche. com'è che i blogger non insorgono per questo? perchè la cosa non riguarda loro?

la strumentalizzazione che si sta facendo della cosa, da ambo le parti, non gioca a favore di nessuno. neanche dei blogger, perchè se invece di diffondere falsi miti si cercassero chiarimenti si potrebbe arrivare davvero a un disegno di legge adatto all'epoca moderna da cui trarre tutti vantaggio.

per questo concordo con "u fissa" nel dire che è tutta una strumentalizzazione politica. da una parte e dall'altra. mentre come al solito gli interessi veri del cittadino non li fa nessuno.

Penny "Il mondo in due Penny" ha detto...

Quoto pienamente il tuo pensiero e quello di "u fissa". Concordo al 100%.

Marika Vecchiattini ha detto...

Buongiorno, io mi trovo d'accordo soprattutto con Liscadpesce, quando sottolinea che un blog non è una testata editoriale, perchè è soprattutto in questo, il problema. Perchè le testate editoriali sono controllabili, sia con i soldi sia politicamente. I privati cittadini, invece, no.
Un blog è l'espressione di un privato cittadino, cioè di qualcuno che ha qualcosa da dire e la dice usando l'unico strumento a disposizione che ha. Il problema di un'orda di privati cittadini che scrivono su un palcoscenico trasversale come internet, è che non li puoi controllare tutti. Chissà cosa scrivono, di chi, come, e chissà chi li legge!
Non è preoccupante se qualcuno "scrive una cosa non vera che diffama qualcun altro". Diffamare è un reato punibile per legge, quindi è una cosa già regolamentata e sistemata, basta fare una denuncia. Il problema semmai è quando un blogger "scrive cose vere che diffamano qualcuno". Perchè la realtà oggi è così manipolata, alterata, trasformata spesso nel suo opposto, che sebbene noi l'abbiamo vista verificarsi davanti ai nostri occhi, spesso non possiamo dimostrarla, perchè è stata fatta mostrata al mondo in modo opposto. E' il fatto che ci siano dei testimoni che hanno visto, che infastidisce. Sarebbe meglio impaurirli, sanzionarli con pene onerose, in modo da spingerli a non parlare di quello che gli succede, di quello che vedono, di quello che pensano. Meglio che i privati cittadini ci pensino bene, prima di dire qualsiasi cosa. Ecco, questo clima a me fa paura. Non ricorda vecchi romanzi inglesi con una data al posto del titolo?


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